Ultimamente mi sento un po’ come una delle scrittrici di Shop Hound, la famosa rubrica di Vogue America degli anni Trenta (ma anche Quaranta, Cinquanta, Sessanta) pronta a elevare lo stile dei lettori districandosi tra bizzarrissime silhouette, abiti in lamé e giochi di colore di quei designer che, riesumando una cosa vecchia, hanno il dono di farla sembrare eccentricamente nuova. E visto che Shop Hound spends her life snooping in the New York shops, sembra proprio che io abbia finalmente capito cosa farne del mio infallibile fiuto per gli affari, siano essi relativi a borsette esotiche o a quell’inarrivabile cappotto che regna sovrano - ma anche sovrumano - nelle vetrine sacre e quasi proibite di via Monte Napoleone a Milano.
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